Il corpo, quello femminile in particolare, è insieme un dato di fatto materiale e un costrutto culturale i cui canoni di bellezza mutano attraverso i tempi, imponendo ora una tesa verticalità, ora una morbida orizzontalità, celebrando e preferendo certe parti dell’anatomia rispetto ad altre.
Nella Haute Couture questa idealizzazione assoluta si materializza nel corpo della modella di Maison, sulla quale tutto viene disegnato e costruito, prendendo concretezza ma rimanendo una astrazione.
Guidato dall’urgenza di ripensare i rituali e i processi della Couture per creare un canone che rifletta la ricchezza e diversità del contemporaneo e promuova una bellezza senza assoluti, il Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli immagina la Couture di Valentino non su una modella di Maison unica e ideale, ma su una varietà di donne, di fisicità, di età.
Morbido e accogliente nell’afflato democratico, e insieme radicale nell’approccio che scardina processi noti, Pierpaolo Piccioli pensa alla collezione come costruzione corale che passa attraverso una composita armonia di tipi fisici e di abiti che li vestono, studiati attraverso un lungo processo, insieme scientifico e poetico.
Il messaggio non muta nello scopo, che è esprimere il bello, ma nella modulazione che unifica e accoglie.
Il corpo è punto di partenza, e di arrivo, dell’intero racconto. Le silhouette lo seguono dappresso, sottolineandolo, o se ne staccano romanticamente, accarezzandolo. Nudo, balugina dagli orli estremamente corti, occhieggia dalle scollature profonde che rivelano il torso. Le linee hanno una verticalità decisa o una orizzontalità vaporosa.
I codici della Couture Valentino si reiterano in un dialogo che non è frammentazione ma proposta di una coerenza mutevole declinata attraverso diverse fisicità. Un dialogo intimo, che include chi gli abiti li pensa, chi li realizza e chi li indossa, riflesso nell’intimità della presentazione che avvicina.
Alterando il processo, mantenendo ferma la ricerca ultima di bellezza e grazia, si afferma un gesto di nobile rottura, di poetica apertura, che dona dignità all’individuo sostituendo la realtà che include alla astrazione che esclude.
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