L'immaginazione di questa collezione prêt-à-porter Dior primavera-estate 2022 è alimentata da curiosità, desiderio e ricerca.
È costruito intorno a una rete di connessioni: Maria Grazia Chiuri esplora il lungo periodo della storia di Dior quando Mare Bohan era direttore artistico della Maison. Più specificamente, sottolinea la collezione S/im Look, concepita nel 1961, di cui la stampa ha scritto: "Cambia completamente la moda, proprio come fece New Look nel 1941.
 |
Maria Grazia Chiuri si avvicina così ai primi anni '60 per abbozzare le forme del cambiamento e tracciare un nuovo lessico nella nostra società dilaniata dalla pandemia. Queste silhouette rivelano tagli ed effetti grafici trasposti in giallo, verde, rosso, blu, arancione, lampone, come un blocco co/oro che rivisita l'estetica di Mare Bohan.
 |
Questi colori simboleggiano anche le geometrie spaziali al centro dei giochi ideati dall'artista Anna Paparatti per mettere in discussione le regole dell'arte e della vita. Maria Grazia Chiuri si è ispirata ai suoi look singolari e ha voluto che concepisse la scenografia della sfilata come un "gioco dell'assurdo" che riflettesse lo spirito delle sue diverse opere .
 |
Giacche reinventate con tagli boxy, cappotti raffinati, gonne, shorts, abiti, tutti questi pezzi sono combinati in molteplici modi.
Alcuni dei disegni sono realizzati con ricami 3D e sono arricchiti da un effetto visivo strutturato.
 |
Materiali come la scuba e il nylon reinterpretano i volumi, rivoluzionando il look della donna che li indossa. Modelli per brillare nei club, che ricordano il leggendario nightclub romano, il Piper Club, un luogo enorme e colorato, un emblema di libertà. Un laboratorio che sperimenta le arti e le mode senza pregiudizi, offrendo una creatività unica - come il Palazzo di Parigi -, un luogo dove si mescolavano artisti, filosofi, muse e attori, tra gli altri. In un contesto assolutamente nuovo e inaspettato, come questa collezione, incarnata da "Il gioco del nonsense" di Anna Paparatti.
 |
Il nonsense, come scrive Susan Stewart, è "perfetto, puro, una superficie bianca di significato il cui ogni movimento invita alla riflessione".
