Dopo il club "La Station" di Aubervilliers lo scorso marzo, la monumentale piazza bianca di Courrèges sbarca in un nuovo luogo di festa: il Bois de Vincennes a Parigi.
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Un parco ai margini della città dove negli ultimi anni si sono svolte molte feste gratuite. La piazza, spogliata dei suoi muri, è qui sobriamente significata a terra con la vernice*, prendendo la natura come decorazione.
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All'origine di questa collezione, e per questa seconda mostra, un ricordo: è in questa radura che Nicolas Di Felice e il suo amico Erwan Sene, con cui ha composto la colonna sonora dello spettacolo, hanno ballato tutta la notte qualche estate fa. Un momento di grazia che ha inaugurato molti altri: in particolare il ricongiungimento con il suo ragazzo dopo l'isolamento, quando il Bois de Vincennes era uno dei soli luoghi dove i giovani potevano ancora fare festa insieme.
"Entrambi sapendo", invocando questi momenti di amicizia cari a Nicolas Di Felice, rende omaggio a questi momenti di intimità che, a volte, le folle vivono all'unisono. Un modo per Courrèges di mostrare il suo desiderio di essere uno con il suo pubblico.
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Questi ricordi di giubilo hanno alimentato una collezione disegnata intorno all'abbigliamento del festival. In linea con quanto iniziato da Nicolas Di Felice, gli archetipi della controcultura si mescolano qui sottilmente al vocabolario di Courrèges, il tutto con un know-how da atelier.
Così, le mantelle iniziano con un motivo estremamente semplice e geometrico (ispirato a una mantella rotonda del 1968, una triangolare del 1969 e una quadrata del 1995) con un dettaglio di taglio per costruire la spalla. Le proporzioni sono state esagerate per coprire completamente il corpo o per coccolarcisi sotto.
Parka e bomber entrano in dialogo con cappotti heritage e gonne a trapezio. Il tema "Loop" - gioghi incrociati di tessuto che si trovano su reggiseni, abiti, gonne, pantaloni larghi e persino sui manici della borsa "Loop" di questa stagione è stato ispirato dalle spalline di un abito di Courrèges del 1976 (il primo pezzo della collezione personale di Nicolas Di Felice, acquistato anni prima).
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Tessuti e stampe continuano a reinventare il patrimonio, come questa maglia a coste trompe-l'oeil fatta da strisce di vinile vegetale specchiato o queste strisce diagonali prese da una striscia chevron del 1968. Argento, azzurro, rosa (il colore preferito di André Courrèges, simbolo di tenerezza e ottimismo), giallo pallido e ocra: una tavolozza che suggerisce sottilmente il mondo della techno e punteggia una collezione con un presunto minimalismo.
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Come questi abiti "foulard" in rete plissettata trasparente, composti da due rettangoli di tessuto e attaccati da due triangoli. O gli ultimi tre abiti, ognuno composto da una semplice striscia di tessuto, come per le ragazze avvolte in un pezzo di vinile per una sfilata del 1963 e immortalate da Irving Penn.
