La storia di Tíscar Espadas continua a crescere aggiungendo un nuovo terzo capitolo nel 2021, CAPÍTULO III.
Il designer londinese presenta capi che si allontanano dalla stagionalità dell'industria della moda; sono fatti di una combinazione di esplorazione e costruzione tecnica. Incorporando la delicatezza dei dettagli, la cura per il materiale e ciò che si trova accidentalmente lungo il percorso di fabbricazione.
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CAPÍTULO III, mostra la frontiera tra il divino e il terreno, miti e umanità, spiritualità e ragione. Il suo sfondo proviene specificamente dagli ingressi rinascimentali situati a Úbeda, la città natale di Tíscar nel sud della Spagna. Tuttavia, non si tratta di un riferimento architettonico, ma piuttosto simbolico: Gli dei che appaiono nel portale, nonostante siano considerati figure mitologiche e irreali, parlano di temi universali che sopravvivono ancora nel mondo di oggi. L'uomo del XXI secolo si affida ancora all'immaginario.
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Pertanto, i nuovi capi disegnati da TÍSCAR ESPADAS mostrano come i confini possano essere superati attraverso i sogni, il desiderio e la creatività nella ricerca di un'illusione comune.
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La connessione tra l'immaginario e il reale si materializza nel design, e può essere vista attraverso dettagli come le cinture di pelle. Nello stesso modo in cui una cintura lega i vestiti al corpo, lega chi la indossa alla realtà. Un paradosso, considerando che le cinture in CAPÍTULO III aprono la nostra immaginazione. Cinghie, corde, cinture sono incastrate in giacche, camicie, jeans e tasche, con l'obiettivo che ogni persona, giocando proprio con la sua invenzione, possa modellare l'indumento come desidera. "C'è una tensione costante tra restrizione e immaginazione", spiega Tíscar. Lo si può vedere anche nei cappelli, che ricordano i paraocchi dei cavalli, che limitano e danno spazio alla mente di vagare.
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CAPÍTULO III è il risultato di diverse connessioni e collaborazioni con i creativi, in un modo simile ma ancora una volta totalmente nuovo rispetto alle precedenti collezioni di TÍSCAR ESPADAS.
