Scomparso nel 1991 a Parigi e celebrato da una serie di importanti retrospettive, il mai dimenticato fotografo francese Guy Bourdin ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della fotografia di moda, al punto da esserne considerato uno dei grandi padri contemporanei insieme ad altri mostri sacri.
Audace, provocatorio e innovativo, è stato un artista visionario dalla fervida immaginazione, lavorando attraverso metafore, esplorando realtà contraddittorie ed esaltandone le qualità più sublimi e irrazionali.
La sua era una visione fortemente influenzata da Man ray, Edward Weston e dai pittori surrealisti René Magritte e Balthus. Oltre alla fotografia, amava infatti dipingere e comunque in ogni caso, che fosse su tela o su carta fotografica, gli interessava non solo rendere eterno un momento, ma soprattutto il suo messaggio, spesso inconscio ed emozionale.
Le donne da lui ritratte sono spesso oniriche e sfuggenti, irreali eppure così reali nella loro capacità di essere iconiche messaggere di un’estetica senza tempo, profonda e criptica e nella sua surrealità frammenti di un sogno inconfessabile, reso vivido e reale da Guy Bourdin, senza filtri né censure.